Keukenhof, i tulipani, il sogno
Per appena otto settimane all’anno, a mezz’ora di auto da Amsterdam, il parco di tulipani di Keukenhof apre i suoi cancelli, consentendo ai comuni mortali di dare una sbirciatina ai colori del paradiso.
Keukenhof si presenta come “il più bel giardino di primavera al mondo” e lo è davvero.
Qui milioni e milioni di narcisi, giacinti, muscari e, soprattutto, tulipani inondano ettari di prati, materializzandosi in un caleidoscopio dallo splendore abbacinante, nonostante la pioggia imminente.
All’ingresso principale, tre sorridenti damigelle in costume secentesco olandese distribuiscono le cartine del parco.
I padiglioni si fregiano dei nomi più blasonati dei Paesi Bassi: “Oranje Nassau”, “Willem-Alexander”, “Beatrix”, “Wilhelmina”, “Juliana”, “Irene”. C’è una mostra dedicata alla tulipomania. Non può mancare, naturalmente, “the Mill”, l’iconico mulino olandese, posto sulla linea del confine est del parco, al di là della quale si estendono, a perdita d’occhio, pianeggianti campi di tulipani, disposti in settori perfettamente rettangolari, in base al colore, a formare una immensa serie di strisce, come in una bandiera.
Alla fine di aprile, quando vi giunge il blog-trotter di Curiosando in giardino, i settori a ridosso di Keukenhof (quest’anno, stando alle foto della guida, dovevano essere bianchi e azzurri) sono ormai spogli perché i tulipani che li occupavano sono stati raccolti.
Dalla terrazza sul mulino, però, si possono ammirare le “strisce” più lontane dal parco ma egualmente meravigliose, nei loro rispettivi colori (giallo, rosso, rosa, arancione).
All’interno del parco, le geometrie squadrate dei campi esterni lasciano il posto a coreografie morbide e avvolgenti.
La fioritura dei tulipani è al suo culmine. Canali d’acqua trasparenti e fiumi di turgide e variopinte corolle scorrono avvinghiati in un abbraccio potente e dolcissimo, proiettando il visitatore in una dimensione onirica in cui si possono percepire la voce e il movimento dei fiori. Tutto il resto, attorno, tace e si ferma.
Per un momento – lungo forse un secondo, forse un secolo – si è sbalzati nell’Iperuranio accanto a Gaiezza e a Bellezza, per sentirne il sussurro, per scoprirne i giocosi segreti, per imbibirsene l’anima.
Solo otto settimane. Poi il parco di Keukenof chiude di nuovo al pubblico per le successive quarantaquattro, durante le quali le mani sapienti di decine di giardinieri preparano, ancora e ancora, il sogno che verrà.