Rio, Rio, Rio
Nel nostro “girovagare” per il Brasile, abbiamo promesso al Blog-trotter di Curiosando in Giardino di scrivere un articolo sul giardino botanico di Rio de Janeiro. E allora eccoci qui, in questa città immensa, bellissima.
Leggiamo che il Giardino botanico fu fondato il 13 giugno 1808 dal Re John (anche conosciuto come Dom João VI).
Nel suoi 137 ettari, di cui 55 aperti al pubblico, ospita una grande collezione di piante brasiliane ed esotiche assieme ad una collezione di piante storiche. Nel 1992 l’UNESCO ha classificato l’area del giardino botanico di Rio come riserva della Biosfera.
Ci addentriamo subito tra piante altissime e la prima cosa che vediamo è l’albero del pane che è una delle piante più antiche di tutto il giardino.
Passiamo poi al giardino delle succulente e dei cactus: ce ne sono di tutti i tipi e di tutte le specie (Loris adora i cactus, il resto della famiglia un po’ meno).
Incontriamo poi l’albero che è il simbolo del Brasile, il Brazil-wood Paubrasilia echinata e poco lontano da lì l’Imperial Palm.
Intorno al lago Friar Leandro (dedicato appunto a Friar Leandro do Sacramento, prete naturalista che gestì il giardino dal 1824 al 1829), pieno di ninfee, enormi palmeti con foglie giganti e bambù altissimi fanno da cornice.
Scopriamo anche che le grandi radici di alcune di queste piante imponenti venivano usate come strumenti di comunicazione: battendo con piedi o attrezzi nelle radici si passavano messaggi a suon di colpi. Sara e Irene non mancano di fare una prova.
Entriamo poi nell’orchideario, costruito inizialmente in legno a forma ottagonale nel 1890 ma poi ricostruito nel 1930 in acciaio e vetro, come copia delle greenhouses inglesi.
E proseguiamo nel lungo e maestoso viale dei palmeti dedicato a Borbosa Rodrigues, direttore del Giardino dal 1890 al 1909.
Passeggiamo davanti alla Fontana delle Muse, costruita in Inghilterra e ispirata a varie figure allegoriche, e poi portata nel Giardino nel 1895.
Arriviamo poi al Giardino giapponese passando per la zona amazzonica, dove i frutti dell’albero del cacao sono ben visibili.
E infine la fontana Wallace dove possiamo rinfrescarci e riprenderci dalla lunga passeggiata.
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