Giardini di Firenze: Villa Bardini
Il “blog-trotter” di Curiosando in Giardino è stato in gita a Firenze, in un luglio gradevolmente – ed eccezionalmente – ventilato. Il centro della città, con i suoi monumenti di eclatante bellezza, era gremito di turisti. Stessa sorte toccava all’arcinoto giardino di Boboli. Ho deciso, allora, di scovare alcuni luoghi verdi molto speciali, perché sufficientemente “segreti” da preservare, anche nell’affollato mese di luglio, una rilassante quiete meditativa. Insomma, i giardini di Firenze più sorprendenti.
Lungo il muraglione medievale di via dei Bardi, Oltrarno, grazie alla folta ed alta vegetazione che vi fa capolino, si percepisce la presenza di un hortus conclusus: in effetti, una porticina consente l’accesso al maestoso parco monumentale di villa Bardini che occupa gran parte della collina posta tra il fiume e la porta San Giorgio.
Con lo stesso biglietto d’ingresso, il visitatore può spingersi oltre la Costa San Giorgio, fiancheggiare il forte di Belvedere ed entrare, da un ingresso inconsueto, nel giardino di Boboli.
Dopo un breve percorso tra le rose, ecco, maestosa, la scalinata barocca che porta in cima alla proprietà, attraversando un giardino a terrazzamenti nel quale fiori, erbacee perenni, fontane e mosaici si fondono armonicamente in una composizione indiscutibilmente raffinata.
Alla prima rampa, sono adagiate le statue in muratura di Vertumno e Pomona, figure assai care a Curiosando in Giardino in quanto divinità tutelari di orti e giardini.
Sulla sommità della scalinata, segnano il termine della lunga salita e l’arrivo al belvedere altre due statue con figure maschile e femminile.
Da lassù, sullo sfondo, in tutta la sua magnificenza, appare Firenze, con la cupola del Brunelleschi, il campanile di Giotto e Palazzo Vecchio.
Urne e canestri di frutta in pietra scandiscono il parapetto del belvedere con un clamoroso effetto scenografico.
Il terrazzamento panoramico è delimitato da una loggia settecentesca nella quale è rimasta, come in origine, la kaffehaus.
Sorseggiare qui una bevanda è un’esperienza indimenticabile.
La passeggiata prosegue tra alberi secolari, collezioni di fiori (azalee, ortensie, rose, viburni, camelie), di frutti antichi (tra cui le mele “Francesca”, “Annurca”, “Zucchina” e le pere “Bella di Giugno”, “Madernassa” e “Campana”) e sculture monumentali. Figure leonine, fontane, vasi medicei, vasche e tavoli in marmo allietano in modo discreto ma costante tutto il percorso.
Attraverso il balconcino posto sulla grotta del belvedere, si accede al canale del Drago, che, tra il bosco e il prato, bordato da felci, ellebori e liriopi, regala un’incomparabile frescura e costeggia il gruppo scultoreo raffigurante Cerere e Bacco.
Persino le bordure delle aiuole realizzate con foglie di terracotta contribuiscono all’incanto.
La villa seicentesca ospita mostre di pittura e di scultura contemporanea nonché il museo dei caleidoscopici abiti di Roberto Capucci. Dalle terrazze della villa, la veduta di Firenze toglie il fiato.
Ancora la magnifica vista sulla città fa da sfondo al viale coperto dal pergolato di glicine che conduce all’uscita su via Bardi.
Saluto la Villa con un arrivederci, serbando la piacevole sensazione che, nel suo scrigno, sette secoli di Storia siano stati conservati, almeno un pochino, anche per me.